alimentazione e olio di palma

Olio di palma e alimentazione del bambino: come comportarsi?

Per capire come comportarsi rispetto a olio di palma e alimentazione del bambino bisogna aver compreso bene l’argomento e poi prendere una decisione ragionata. L’olio di palma è stato bersagliato dall’opinione pubblica con vari picchi di intensità. Ad un certo punto i dibattiti sull’argomento si sono arrestati lasciando nel dubbio chi, invece, ne è rimasto molto colpito. In questo articolo cercheremo di esporre l’argomento senza prendere posizioni e con il solo scopo di informare per fugare i dubbi irrisolti.

L’olio di palma è onnipresente nell’industria alimentare

Il fatto che si sia iniziato a parlare di olio di palma solo di recente non significa che questo sia un’invenzione dell’ultima ora. Si tratta di un olio vegetale ampiamente impiegato nella produzione dolciaria e non solo. Esso è estratto dalla palma la cui specie dà vita a differenti prodotti oleosi che vogliamo farvi conoscere per capirne gli effetti. I derivati dall’olio di palma, infatti, non sono tutti uguali.

Olio di Palma grezzo

Si presenta di colore rossastro e aranciato. Oltre a contenere alti quantitativi di grassi saturi è una importante fonte di carotenoidi, precursori della vitamina A. Gli erbivori sono in grado di sintetizzarli in retinolo.

Olio di Palmisto

Il suo colore è bianco e si ricava dal seme della palma che viene essiccato e macinato per poi essere pressato sotto forma di blocco. L’olio di palmisto è ricco di acido laurico e si scioglie a venticinque gradi. Si tratta del derivato maggiormente usato per la produzione industriale di dolci.

Olio di Palma Bifrazionato

Si tratta di quello in assoluto più impiegato per la produzione di dolci industriali. Si ottiene attraverso una lavorazione che ne lascia inalterati solamente i grassi saturi, pericolosi per la salute. L’olio bifrazionato è estremamente dannoso e sconsigliato.

Perché l’olio di palma è rischioso per la salute?

Il binomio olio di palma e alimentazione è quello in assoluto più dibattuto a livello globale. Trattandosi di un olio estremamente carico di grassi saturi andrebbe evitato o possibilmente ingerito con attenzione e moderazione. Un eccesso espone ai rischi delle malattie legate a cuore, sangue e circolazione, meglio conosciute come coronopatie. Perché i grassi saturi danneggiano la salute? Perché sono a veloce assorbimento e fanno schizzare in alto i livelli di colesterolo, mettendo dunque a rischio l’apparato cardio-circolatorio. Per l’alimentazione della famiglia sarebbe meglio optare per prodotti contenenti grassi insaturi che non espongono alle occlusioni di vene ed arterie.

Perché l’olio di palma è rischioso per la salute del pianeta?

Come per ogni produzione industriale, quella dell’olio di palma ha compromesso la salute del pianeta perché si presenta a bassissimo costo di produzione e, al tempo stesso, è protagonista di un’altissima domanda da parte della filiera produttiva. Costa poco, è molto richiesto: qual è la conseguenza? La lavorazione intensiva incontrollata che non rispetta l’ambiente e che causa deforestazioni gravi. Ma non solo.

I suoi effetti cancerogeni non sono da sottovalutare

I processi di raffinazione portano alla produzione di concentrazioni di glicidolo, il precursore di estere glicidico. Esso è cancerogeno e pericoloso per il sistema genetico, motivo per cui dovremmo rivedere il nostro modo di concepire la spesa. Se guardiamo ai danni e ai benefici bisogna considerare anche che il disboscamento causato dall’olio di palma potrebbe essere ben peggiore se obbligassimo le industrie a servirsi di altri oli vegetali che presentano una resa produttiva inferiore.

Conclusioni

Qualsiasi alimento, se consumato in eccesso, ci espone a rischi per la salute. Così come per la carne, anche il consumo eccessivo di dolci a base di olio di palma altera l’equilibrio del sangue e quello del colesterolo cattivo esponendoci a tumori, infarti, ictus, obesità e malattie correlate. Come scegliere? Come orientarsi all’acquisto? Il nostro consiglio è quello di prediligere le produzioni a km 0 e di imparare a optare per frutta e verdura di stagione. Inoltre è consigliato ridurre al minimo i piatti surgelati o pre-cotti e valutare sempre le informazioni riportate sulle etichette degli ingredienti.

 

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