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Parto cesareo e parto naturale a confronto

Parto cesareo e parto naturale a confronto: scopriamo insieme tutti i punti a favore e le controindicazioni dei due diversi tipi di parto. Per una scelta consapevole.

Se sei una futura mamma ti starai sicuramente facendo molte domande sul momento del parto. Sarà una delle cose più belle della tua vita ma, ammettiamolo, fa anche un po’ paura. per sciogliere ogni dubbio ed allontanare le paure è bene informarsi per poter fare una scelta ponderata: meglio il parto naturale o ricorrere al cesareo?

Parto cesareo o naturale?

In Italia, circa il 38% parti avviene in seguito a taglio cesareo. È una percentuale elevatissima, soprattutto se paragonata alle percentuali di altri paesi, che ha scatenato un acceso dibattito che si protrae da diverso tempo senza però essere riuscito ad innescare una valida un’inversione di tendenza. Una delle principali motivazioni nella scelta del cesareo, oltre a problemi di salute o all’insorgere di complicazioni, è la paura del dolore. Cerchiamo insieme di valutare tutti i pro e i contro in modo da avere dissipare i dubbi che assalgono ogni mamma.

Parto naturale

Il parto naturale è fisiologico in quanto fa parte della naturale conclusione della gravidanza. Uno degli aspetti che ogni mamma teme di più è proprio il dolore. iniziamo subito col dire che la percezione del dolore del parto è diversa da donna a donna ma che frequentare buoni corsi di preparazione al parto metterà la futura mamma nelle migliori condizioni possibili per affrontare tutte le fasi del travaglio e del parto.

Qualche volta le donne propendono per il parto cesareo non tanto per complicazioni insorte o problematiche di salute, quanto piuttosto per paura del dolore che può accompagnare il parto naturale.

“Sentirò molto dolore? Sarà sopportabili o no?” Queste le domande che attanagliano ogni futura mamma. La risposta non è univoca perché ognuno ha una percezione del dolore ed una soglia di sopportazione diversa. Se può tranquillizzarvi, tenete sempre presente che avrete la possibilità di chiedere, se vorrete, l’anestesia epidurale. L’epidurale è in grado di attenuare di molto i dolori, ma tenete presente che allungherà un po’ i tempi. In fatto di sicurezza non ci sono però problemi: l’anestesia epidurale, se effettuata da personale esperto, non comporterà nessun rischio in più per il vostro parto e per la salute del vostro bambino.

La soglia del dolore

Una delle prime cose che vengono spiegate alle mamme che seguono un corso preparto è che il dolore del parto naturale è una condizione assolutamente soggettiva e, quindi, difficilmente quantificabile a prescindere. Non è uguale per tutte e non tutte le donne hanno la stessa sopportazione del dolore. Essere preparate su ciò che accadrà al proprio corpo è un modo, spesso efficace, per affrontare con più tranquillità l’esperienza del parto naturale.

Ad esempio sarebbe utile apprendere delle tecniche di respirazione e di rilassamento (training autogeno respiratorio) che aiuteranno a controllare il dolore. La durata del travaglio è soggettiva, in genere al primo parto tende ad essere più lunga. Quando si arriva finalmente alla fase espulsiva, la donna deve alternare spinte e respirazione; le spinte devono seguire le contrazioni uterine. Tra una contrazione e l’altra, una corretta respirazione garantisce un apporto di ossigeno sufficiente alla madre e al bambino.

Una volta concluso il parto naturale, il dolore passa in fretta e la ripresa, generalmente, è molto rapida. Fisicamente, chi partorisce in modo spontaneo ha una ripresa decisamente migliore e più veloce rispetto alle madri che hanno subito un cesareo. Un altro punto a favore è dato dal fatto che, dopo un parto naturale, la madre sarà autonoma e indipendente fin da subito. Potrà lavarsi, vestirsi, mangiare qualunque cosa e badare al bambino senza alcun problema.

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Parto cesareo

Il parto cesareo è  un intervento chirurgico a tutti gli effetti e va valutato molto bene. Ci sono casi in cui può essere indicato o addirittura indispensabile ma molte altre non è necessario.

In Italia, secondo dati del 2008, si fa ricorso al parto cesareo in circa il 38% dei casi, con un’incidenza diversa da regione a regione, che ha punte del 62% in Campania. Con queste percentuali, l’Italia è la nazione europea in cui si effettua il maggior numero di tagli cesarei.

Le ragioni sono molteplici, a volte accade persino che siano le stesse gestanti a spingere verso il parto cesareo piuttosto che verso il parto naturale, spesso per paura del dolore. In realtà, spesso è più doloroso il cesareo del parto naturale perché  la sofferenza fisica verrà spostata tutta nel post-parto,. Ricordiamo infatti che è, a tutti gli effetti, un post-operatorio.

Le mamme, durante il parto con cesareo percepiranno sensazioni completamente diverse dal parto naturale. Un cesareo da la possibilità di evitare i dolori delle contrazioni del travaglio, ma vivrete la tensione che si prova prima di un qualsiasi intervento chirurgico, a partire dall’impatto con la sala operatoria.

Dopo il cesareo, i dolori della ferita chirurgica sono variabili da donna a donna e si hanno soprattutto nelle prime 24 -48 ore. Anche in questo caso vi aiuteranno gli antidolorifici. E’ doverosa una tranquillizzante precisazione: se state pensando che antibiotici ed antidolorifici possono passare nel latte, state pure tranquille, non ci sono assolutamente problemi di allattamento.

Quando ricorrere al cesareo?

Le indicazioni al taglio cesareo sono spiegate nelle recenti linee guida dell’ISS, intitolate Taglio cesareo: una scelta appropriata e consapevole. In breve, si consiglia di ricorrere al cesareo in caso di:

  • presentazione podalica del feto
  • placenta previa
  • gestante con diabete e feto di peso pari o superiore a 4,5 kg
  • presenza di alcune infezioni o patologie della madre, per esempio Herpes simplex e HIV

Ci sono poi altre condizioni in cui, a giudizio del medico, può essere necessario ricorrere al parto cesareo, per esempio in alcuni casi di parto gemellare o in alcune donne che hanno già subito il taglio cesareo.

Il cesareo può davvero aiutare molte mamme a partorire in sicurezza nonostante la presenza di patologie o complicazioni ma dovrebbe essere un’ipotesi molto ponderata.

E’ bene ricordare anche che, per le prime 24h, la neo mamma avrà il catetere vescicale, le flebo e un’importante difficoltà nel muoversi anche nel letto. Tutto ciò renderà un po’ complicato anche badare al bambino ed allattarlo. Solitamente nei primi 2-3 giorni la madre ha poca  autonomia e dovrà essere lavata, aiutata a mettersi seduta e ad alzarsi. Inoltre avrà anche le consuete restrizioni alimentari che seguono un qualunque intervento per via addominale.

neonato

I rischi del parto naturale

I rischi del parto naturale sono ridotti al minimo, soprattutto se ci si affida a mani esperte. I più comuni sono legati a lacerazioni o episiotomie ampie. L’episiotomia e’ il taglio che vi praticano in anestesia locale allo scopo di facilitare l’uscita della testa del piccolo. Un taglio sempre praticato sotto anestesia locale!).

Sono molto più rare, invece, eccessive perdite di sangue o mancata uscita della placenta. In tutte queste situazioni è importante sapere che l’ostetrica e il ginecologo sanno perfettamente cosa fare, come comportarsi e risolvere sempre questi inconvenienti.

Rischi per il bambino col parto naturale

Nel parto naturale sono davvero pochi i neonati che hanno bisogno di assistenza alla nascita, si calcola circa 1 su 100. La cosa che deve rassicurarvi è che, nella stragrande maggioranza dei casi, è già prevedibile in sala parto che il vostro piccolo non avrà alcun problema alla nascita.

I rischi del parto cesareo

Anche in caso di parto cesareo i rischi per la gestante sono davvero minimi, sia quelli riferiti all’anestesia che all’intervento stesso. Sono da mettere in conto tutti i rischi di un intervento chirurgico come infezioni, emorragie interne, lesioni dei vasi uterini o delle vie urinarie (soprattutto se praticati d’urgenza). C’è inoltre un aumento del rischio di placenta accreta (che si impianta cioè nelle pareti dell’utero) o di placenta previain eventuali gravidanze successive.È un intervento chirurgico che richiede un periodo di degenza post operatoria ed ha una ripresa più lenta rispetto al parto naturale.

Rischi per il bambino in caso di parto cesareo

L’unico rischio esistente per il vostro piccolo è che, nonostante nasca perfettamente vitale e sano, impieghi più tempo a regolarizzare il respiro nelle successive 24 ore. Solitamente non viene considerato un grosso problema e, comunque, si tratta di una situazione momentanea che si risolverà in 24, massimo, 48 ore.

Ma il papà può assistere al parto cesareo? Dipende dall’ospedale: nella grande maggioranza dei casi, il papà rimane appena al di fuori della sala operatoria e può vedere il bambino subito dopo la nascita.

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